Da un altro punto di vista
Valentina Cameranesi
Ci siamo recati a Milano per incontrare Valentina Cameranesi, designer e direttore creativo originaria di Roma. Ci ha accolti a casa del suo compagno, Enrico Pompili, con il quale condividono uno studio di consulenza creativa e scenografia.
NT - Con quali tre parole definirebbe il suo lavoro?
VC - Tensione, flusso, tattilità.
NT - Qual è il suo processo di pensiero per la direzione artistica quando inizia un progetto?
VC - Ho la fortuna di poter contare su un partner professionale, Enrico, e questo mi permette esordi molto diversi, magari una commissione o un progetto editoriale.... Tutto nasce dal costante dialogo e scambio di idee tra noi. Per quanto riguarda i miei progetti personali, come i miei oggetti e le mie cose, fanno parte di una sorta di storia infinita e non detta, quindi è difficile descrivere come iniziano. Da una tecnica o dal ricordo di un dettaglio di un film, improvvisamente qualcosa emerge e inizia a prendere forma.
NT - Quale parte del suo lavoro le piace di più?
VC - Forse la collaborazione dinamica e il dialogo costante con i fotografi quando si deve costruire un'immagine, o le conversazioni con l'artigiano che realizza fisicamente il pezzo, sono sempre stimolanti e interessanti.
NT - Quali sono le sue ispirazioni quotidiane?
VC - Non sono una persona quotidiana; forse sono più una persona mensile. Chi mi conosce bene sa che ho delle fasi e che posso diventare ossessionata in modo molto meticoloso e piuttosto "nerd".
NT - Qual è il materiale che preferisce lavorare e vorrebbe esplorarne altri?
VC - In generale, mi piacciono i materiali naturali e cerco di combinarli con una forma che non si opponga ad essi, ma che ne sottolinei gli aspetti interni.
NT - In quale progetto si identifica maggiormente?
VC - Il processo è piuttosto lungo, quindi ogni progetto ha un significato speciale per me. Sicuramente molto densa e profonda è stata la mostra di Tolone con Villa Noailles, allestita in un ex salone da parrucchiere. Lì ho potuto integrare i miei progetti in un ambiente specifico, non reale ma plausibile.
NT - C'è un artista con cui le piacerebbe lavorare?
VC - Mi sento fortunato a poter collaborare con molte persone - artisti, fotografi, ecc. -che ammiro, rispetto e amo. Forse una nuova sfida potrebbe essere quella di collaborare con un grande tappezziere o intagliatore di legno.
NT - Se potesse riportare in vita un artista o un designer, chi sarebbe?
VC - Betty Woodman, ma forse anche Pino Pascali, non è facile sceglierne uno!
NT - Cosa le piace di più del vivere a Milano?
VC - È abbastanza pratico. È un posto relativamente piccolo, quindi è facile rimanere attivi e incontrare persone con cui lavorare.
NT - Consigliaci...
NT - Un libro?
VC - Caro Michele di Natalia Ginzburg.
NT - Un film?
VC - Penso che le liste possano essere solo temporanee, ma direi L'uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento. Adoro la scena di apertura nella galleria, anche se è un po' violenta.
NT - Un'opera d'arte?
VC - Come ho detto, non sono molto bravo a fare liste, ma a Milano sono rimasto molto colpito da una serie di piccole vedute del Vesuvio di De Nittis sulle pareti della GAM [Galleria d'Arte Moderna] di Milano.
NT - Un ristorante a Milano?
VC - Osteria Grand Hotel, è piuttosto unica e bella. È un po' lontano dal centro, ma vale la pena andarci.
NT - Un posto a Milano?
VC - Il cinema Arlecchino è bellissimo e spero che non chiuda mai. E il museo PAC [Padiglione d'Arte Contemporanea]. Penso che sia uno spazio molto elegante e adoro i dettagli della scala.
NT - Una via di Milano per una passeggiata?
VC - Corso Italia ospita architetture di Luigi Moretti e Luigi Caccia Dominioni, per cui vale la pena fare una passeggiata.