Abbigliamento
Accessori
Collezione
Storie
zelikah dinga

From another point of view

Gema Prades

Gema Prades.
Pittrice
@gema_prades

Unica, delicata e con un’aura quasi magica. Ci piace definire così l’opera di Gema Prades, un fedele riflesso della sua personalità. Come spesso accade, ci univano amicizie in comune, e da tempo avevamo in mente la possibilità di collaborare. Ma solo questo autunno, finalmente, abbiamo avuto la fortuna di poterlo fare. Abbiamo passato una giornata nel suo studio, nella sua casa in campagna, in un ambiente che emana pace e tranquillità.

NT — Per prima cosa, come e quando inizia il tuo rapporto con l’arte?

GP — Da piccola. Mi piaceva molto disegnare, come a tutti i bambini, e mia madre mi portava in una scuola d’arte durante le vacanze. Dopo, da adolescente, ho voluto frequentare il liceo artistico. Mi affascinava scoprire la storia dell’arte, le tecniche, andare al museo a vedere dal vivo le opere degli artisti che ammiravo... In quel periodo mi portavo sempre dietro un album e una matita. Mi mettevo a disegnare ovunque: mentre viaggiavo in metro, mentre aspettavo al ristorante o in compagnia delle mie amiche.


NT — Durante la sessione fotografica, abbiamo visto alcuni acquerelli che utilizzi nelle tue opere. Come hai imparato questa tecnica e da dove è nato questo interesse?

GP — Mentre studiavo pittura ho assistito a una lezione sull’origine delle tecniche pittoriche in Età antica che ha catturato la mia attenzione. Allora usavano materiali come il miele, le resine vegetali, ossa di animali, oli naturali, uova, latte... E i colori erano puri, erano costituiti da elementi vegetali come fiori, foglie e terra, pietre preziose... Il pittore era un alchimista, doveva preparare i suoi miscugli, ottenendo, secondo le quantità, distinti gradi di brillantezza, trasparenza e tonalità. Durante il lockdown, mi sono iscritta a un corso di Domestika dove ho imparato la ricetta per preparare gli acquerelli. Da allora ho continuato ad approfondire per conto mio altre tecniche come la preparazione del carboncino, del pigmento e della tempera all’uovo.

NT — Sappiamo che oltre alla tua produzione artistica, ti interessa anche la storia dell’arte e la sua divulgazione. Pensi che in futuro lavorerai in questo campo?

GP — Sì. Mi affascina poter mettere in relazione concetti attraverso la storia dell’arte. Che si tratti di temi di società, cultura, geografia, storia, scienza o matematica. Milioni di anni fa, l’uomo iniziò la sua esistenza e a lasciare la sua impronta. La storia dell’arte è la storia dell’umanità, e ha immortalato momenti chiave attraverso la pittura, la scultura e la fotografia, affinché noi, le future generazioni, potessimo studiarli. Mi sembra uno strumento di apprendimento molto utile per lavorare sulle emozioni e anche per sanare. Adesso sto studiando una specialità per impartire lezioni di arte alle medie e al liceo.


NT — Cosa ispira la tematica della tua opera? Da dove trai ispirazione?

GP — Solitamente scrivo in parole quello che voglio raccontare, ripensando a una situazione che ho vissuto o a un’esperienza che mi ha insegnato qualcosa, come un diario personale, a volte con una morale. Altre volte è al contrario, mi metto a dipingere incoscientemente e viene da sola. Tendo a romantizzare l’atto della pittura; mi ispira poter dipingere alla luce di un raggio di sole, o in una giornata piovosa, sotto un albero, o sedermi davanti a dei fiori.

NT — Quali sono i tuoi riferimenti o quali personaggi o disciplina ti ha ispirato di più?

GP — Niki de Saint Phalle, Louise Bourgeois, Paula Rego, Georgia O’Keeffe... Di loro mi ispira tutto, le loro vite e la loro visione del mondo. Trovo anche molto belli i quadri di Paula Modersohn-Becker; nella pittura tratta il tema della maternità in una maniera bellissima. Recentemente mi sono interessata al periodo medievale, poiché dipingevano spesso con la tempera all’uovo, che è un tipo di pittura che utilizzo. Mi piace capire il modo in cui applicavano la pittura, a strati e con colori molto saturi e piatti. Usavano anche supporti in legno, come le tavole, e si facevano anche molti trittici. Si può vedere questo tipo di opere nella sezione del museo MNAC di Barcellona di arte medievale, che è enorme. C’è un pittore catalano di questo periodo che mi piace, Lluís Borrassà, e anche la badessa naturalista Ildegarda di Bingen.


NT — Un libro.

GP — La Divina Commedia di Dante Alighieri


NT — Un film.

GP — Orlando di Sally Potter


NT — Un luogo.

GP — Puebla de los Ángeles