
Da un altro punto di vista
Alba Ribas
Alba ci invita a casa sua nel quartiere Eixample di Barcellona. Le piacciono le giraffe, Ben Brooks e chiedere come funzionano le cose. È attrice e ha in cantiere un nuovo progetto, un libro di poesie in uscita a breve, che parla d'amore con umorismo e fotografie dell'amica Martina Matencio.
D - Cosa la ispira?
R - Viaggiare, conoscere altre culture. Guardare film e opere teatrali. Lettura. La mia famiglia e i miei amici.
D - Quando ha deciso di diventare attrice e preferisce il cinema o il teatro?
R - Non ricordo quando ho deciso. È stato un processo. Il teatro è prezioso e speciale. È un processo creativo adrenalinico e lineare. Ogni volta che salgo sul palco e finisco, mi sento una persona migliore, non so perché, ma questo è l'effetto che ha su di me. E il cinema mi stupisce. Il suo linguaggio è ipnotico per me. Quando sono su un set non riesco a smettere di parlare con la troupe: suono, assistenti, camera.... Ho un sacco di domande, voglio che mi dicano a cosa serve il dispositivo che l'assistente alla telecamera ha in mano, voglio sapere il nome della bandiera che mettono davanti ai riflettori... e così via per tutto il tempo.
D - Qual è il suo processo creativo?
R - È proprio così, è un processo. Dipende dal progetto e dal personaggio, ma di solito non ho uno schema fisso da seguire. La prima cosa da fare è comprendere a fondo il proprio personaggio. A volte si tratta di una persona lontana da te e dal tuo modo di essere/comprendere. Bisogna eliminare il giudizio ed essere super super aperti ad assorbire tutto.
D - Chi sono i suoi principali punti di riferimento?
R - Mia madre. È una cosa così ovvia per me. E' solo che se la conoscessi...
D - C'è qualche momento speciale che vorrebbe condividere della sua carriera?
R - Quando incontro persone che rimangono nella mia vita. Cose che fino a qualche tempo fa ritenevo necessarie o che facevano parte della mia professione di attrice, ma che in realtà sono pura vanità.
D - Quali ruoli le piacerebbe interpretare o ha interpretato?
R - Molto. Non ho una lista di desideri. Voglio che le cose arrivino. L'incognita della nostra professione è eccitante e stressante in egual misura.
D - Con quale regista/attore/artista le piacerebbe particolarmente lavorare?
R - Mi piacerebbe fare teatro con Bruna Cusí. È un'attrice brutale. E un amico magico. Ho imparato molto da lei.
D - Quali sono le sue aspirazioni professionali?
R - Per continuare a imparare. Scrivere e poter raccontare le mie storie un giorno. Godere ed essere felici di questo lavoro, che è una vera e propria montagna russa. Essere fedele a me stessa, a ciò che voglio veramente, non avere paura di scegliere la mia strada, i miei "no", eliminare tutte quelle cose che fino a qualche tempo fa pensavo fossero necessarie o facessero parte della mia professione di attrice ma che in realtà sono pura vanità.
D - A cosa sta lavorando attualmente?
R - In questo momento sto lavorando a un progetto che mi entusiasma molto. È come una grande sorpresa che non avrei mai pensato di ricevere. Pubblicherò un libro, insieme a Martina Matencio, con Stendhal Books. In realtà non manca molto... rimanete sintonizzati!

A - "The city" di Karmelo Iribarren mi fa volare.
D - Un ristorante.A - Can Maño, un miracolo nella sfruttata Barceloneta.
D - Un film.R - Ghiandaia azzurra.
R - Birmania.
D - Quando indosserebbe gli abiti che indossa nelle foto?R - Nella mia vita quotidiana. Sono comodi e belli. Dopo tutto, indosso le cose che mi fanno sentire a casa.
